🔻 🔻 Il titolo è nella foto 🔻 🔻

[questo articolo sarebbe dovuto uscire almeno due anni fa ma non ho avuto tempo]

Da ora in poi l’ Accedemia della Crusca non ha più scuse. Basta scaricare la colpa sulle vecchie edizioni dei dizionari di Lingua o sull’analfabetismo del popolo italiano. E’ finalmente arrivata la serie più attesa dai linguisti di tutta Italia, adesso non avrete più scampo. Grammatica Drammatika, la guida all’incidente verbale più autorevole che ci sia. PRIMA ED ULTIMA USCITA A SOLI 1.000 EURO

‘L’ (Elle articolo)

Dal latino articulus, da artus, “membro”, “arto”; in greco ἄρθ…

No, scusate, membro in che senso? intendete dire che fino ad ora ho letto, parlato, e a volte anche scritto di membri? Membri di cosa? Di governo? O forse intendete dire proprio membri.. membri, quelli li insomma! Tipo.. non le membra, maaa .. IL MEMBRO (fallico, penico, salvifico, chiamatelo come vi pare). Ecco! Di membri se ne vedrebbero pochi ultimamente soprattutto se si tende di far parte di qualcosa che abbia un significato e che non sia espressione del nulla circostante. Comunque se mi è permesso dire, io credo che la nostra civiltà sia troppo specifica e specificante.

Torniamo indietro un attimino? Era tra il 1582 e il 1583 quando quei buontemponi dei famosi cinque letterati fiorentini (Giovan Battista Deti, Anton Francesco Grazzini, Bernardo Canigiani, Bernardo Zanchini, Bastiano de’ Rossi, Lionardo Salviati. Si sono sei quest’ultimo è arrivato tardi), si riunirono per risolvere un problema tanto dibattuto all’epoca, ovvero un chilo di grano può costare quanto un kilo di pane? Ed è possibile usare la K per scrivere chilo e pronunciare Kilo? Fortuna c’erano loro che già da allora sentivano uno strano perdersi nel vuoto, quel tanto spaventoso e orripilante andare alla membro di cane (cercare su google) , a cui era necessario porre rimedio. E dunque che “H”Demia sia, ed Accademia fu! Ma quindi è proprio vero che anche oggi stiamo andando verso l’ignoto? Magari! Purtroppo oggi sappiamo tutto e di certo non grazie alla Crusca, che dio li benedica, appunto. L’ articolo in questione ne vorrebbe essere una dimostrazione per di più, come noterete alla fine, riuscita male.

Torniamo al nostro articolo, gli articoli, grazie! Ce ne sono così tanti che ho pensato di aggiungerne altri. Ma gli altri cosa avranno voluto dire? Purtroppo credo che ormai più del 99% di quello che leggiamo su internet ha solo uno scopo: farti cliccare su di un qualche link, come anche l’articolo che stai leggendo (quale link poi ve lo dico alla fine) ma questa è un altra storia. Per essere onesto vi faccio un esempio di come il restante 1 % degli articoli presenti nel web abbiano una qualche utilità. Avete mai sentito l’espressione cari tutti ? Io, effettivamente si, a volte l’ho anche pronunciato, ma dicendo al massimo cari, per non dire, “a’ facce di s****i, buongiorno/buonasera”. Insomma l’ennesima espressione a cascata che potrebbe generare confusione e malintesi, Cari tutti e Care tutte, genera indovinate un po? Problemi, vistosi problemi.

Tanto che tra le ipotesi per risolvere la sua non ovvia neutralità insita nella desinenza della lettera “i”, (al contrario ad esempio dell’espressione care tutte) gli studiosi della prestigiosa Accademia hanno pensato che, sempre dietro notevoli spargimenti di sangue (e d’inchiostro) linguistici ed epistemologici, si potrebbe pensare di adottare la formula scritta car* tutt*. Considerazioni analoghe sono state fatte per l’espressione carə tuttə, che differisce dal car* tutt* solo in quanto include lo schwa, che non si pronuncia come la Shoah anche se sembra avere effettivamente origine dalla stessa lingua, l’ebraico.

Giustamente ora mi sono perso anchio, e sono incappato proprio nel problema che stavo cercando di risolvere tirando in ballo l’accademia della crusca, ecco, non datemi retta e soprattutto non datevi pena. Abbandonate anche voi ogni pretesa linguistica se per caso ne avevate l’ambizione e attenetevi alle regole date nella lingua italiana. Se non le ricordate continuate a leggere altrimenti continuate a leggere lo stesso.

Articoli determinativi: cioè che si riferiscono a determinate cose o persone, il coso per i nomi maschili che iniziano per consonante (p. es. il pene) e lo coso per i nomi maschili di età preistorica (p. es. lo cazzo), la cosa per i nomi dall’odore femminile (p. es. la figa) e l’ apostrofo per i nomi che iniziano con vocale (p.es. l’apostrofo). Se invece ve ne serve più di uno o più di una allora i cosi e le cose è quello che dovete usare.

Articoli indeterminativi si usano per qualsiasi cosa non abbia un termine ovvero non sia determinata e che quindi è indeterminata, cioè è una cosa qualsiasi o un coso qualsiasi (notate che la parola qualsiasi è uguale sia per un coso che per una cosa quindi è irrilevante e indeterminato ma ha un sesso) si usa uno coso sempre se a parlare siete voi ma vi trovate nel medioevo.

Infine, per scrivere questo articolo ho scoperto che esistono anche gli articoli partitivi che esprimerebbero una quantità indeterminata e cioè una parte di un tutto. Se anche voi come me non avete capito a cosa serve, sappiate solo che esistono e sono del coso e dello coso per il singolare e dei cosi e delle cose per il plurale (whatta..?). Per fare un esempio di facile comprensione, quando siete nei campi e vi serve del concime biologico per il terreno, direte al vostro compagno lavoratore la frase “Per favore passami dello sterco” e lui vi capirà al volo.

Bene credo che per questa prima e spero ultima lesson sia tutto, sappiate solo che su Google c’è chi cerca la frase “come esprimere perplessità nei testicoli” senza specificare se i testicoli sono maschio o femmina. La prossima volta spero che qualcuno cerchi di spiegarmi qualcosa a parole, nella realtà mi hanno detto che la gente ancora si parla. Lo spero, io che sono una macchina (non nel senso letterale) e che scrivo solamente dopo aver consultato le intelligenze artificiali, non posso esimermi da questo compito gravoso (lo scrivere) e spero che un giorno qualcuno legga questo articolo e dica: “ah vedi l’articolo ‘Elle‘ articolo è una signora, per di più francese, trattiamola bene.

[Ecco il link che vi dicevo, abbiate la bontà di cliccarvici e sostenere questo indefesso lavoratore dell’inchiostro (fesso viene dal latino fessus – che significava appunto stanco, affaticato, esausto, sfinito, spossato, demoralizzato.) CLICCATE QUI  ► https://ko-fi.com/francescosesto ]

Pubblicato da lucanonellospazio

space earth invaders

Lascia un commento